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L' India ha il quindicesimo PM


Indian PM Narendra Modi

Il giuramento del nuovo primo Ministro Indiano N. Modi ha aggregato un gran numero di congratulanti autorità in New Delhy, tra i quali i ministri dei paesi del SAARC; interessante sara' seguire gli sviluppi con M. Rajapaksa (Presidente dello Sri Lanka) e, soprattutto, con N. Sharif (PM Pakistan).

Anche da USA e CINA giungono grandi congratulazioni e inviti a "Braccia Aperte" ai futuri dialoghi e possibilità di sviluppo positivamente auspicati da parte di entrambe le Super-Potenze.

SAARC PM's

Dal punto di vista economico le cose sembrano indirizzate a un miglioramento; grandi investimenti esteri principalmente nel settore e-commerce e per l'industria, cercano un futuro migliore nella "nuova era Modi".

Mentre nessun commento e' ancora arrivato dal mondo dell'Agricoltura e delle Infrastrutture che sono i "reparti" che più auspicano rinnovamenti in India.

AUGURI MAMME




Ciao mamme di tutto il mondo


Hello moms around the world 




un augurio di calma e serenità



a wish for calm and serenity




e un Grazie nel dare sempre 



and an Thank U in givin' always




il vostro amore indiscriminato!



your love indiscriminately!

Papa Wojtila in India


A pochi giorni dalla canonizzazione, un missionario ricorda il primo viaggio di Papa Wojtila in India, Paese che col pontefice polacco ebbe spesso un rapporto dialettico


Giovanni Paolo II



NOTIZIE
Quando Giovanni Paolo II si inchinò a Gandhi
«Il viaggio che Papa Wojtyla compì nel febbraio 1986 fu un avvenimento straordinario per i cristiani indiani, che suscitò reazioni contrastanti.

http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/wojtyla-india-33614/


Nucleare: ne abbiamo abbastanza????

Dopo cio' che e' successo in Giappone.

Seguendo le polemiche sul Nucleare Pro e Contro.

Informandomi in giro, anche per vedere cosa ne pensano gli altri.

Mi sono imbattuto in questo video


Oggi e' il mio compleanno, ho 2 figli piccoli, e sono qui (in mutande) davanti al cpu a chiedermi:
"MA HO LA POSSIBILITA' REALE DI DECIDERE QUALCOSA???"

La risposta che mi viene e' NO.

Come nn posso impedire a una zanzara di succhiarmi il sangue, nn posso decidere del mio futuro o di quello dei miei figli.

Il Grande Fratello e' gia' (o ancora) qui e decide Lui.


Roba da Pazzi!!!???!!!

RiRam

Disastro in Giappone - Luna troppo vicina?

Stavo giusto chattando con un amico a riguardo del fatto che il prossimo 19 la Luna sara' "vicinissima" alla terra e sul fatto della sua potenziale pericolosita':


Poi sento la notizia del nuovo terremoto in Giappone dalla BBC

Saranno connessi???

Nn lo so, ma sicuramente i "disastristi" avranno di che ciarlare!

Tra l'altro lo sapevate che siamo a rischio estinzione praticamente ogni giorno???

Guardate qui!

Cmq Lunga Vita e Prosperita' a TUTTI noi.

RiRam

Internavigando


Girovagando nella rete ho trovato la traduzione del discorso di Gandhi divenuto famoso piu' per la pubblicita' telecom che per la memoria storica dello stesso.

Credo sia cosa gradita riproporvelo a 10 giorni dalla fine dei festeggiamenti per il suo anniversario...


Discorso tenuto da Gandhi alla Conferenza delle relazioni interasiatiche, New Delhi, 2 aprile 1947. Traduzione e commento a cura di Tara Gandhi.

"Signora Presidente e amici, non credo di dovermi scusare con voi per il fatto che sono costretto a parlare in una lingua straniera. Chissà se questi altoparlanti porteranno la mia voce fino ai confini di questo immenso pubblico. Quelli di voi che sono lontani possono alzare la mano, se sentono quello che dico? Sentite? Bene. Bene, se la mia voce non vi giunge, non è colpa mia, ma colpa degli altoparlanti. Quello che volevo dirvi è che non devo scusarmi. Non oso, visti tutti i delegati che si sono riuniti qua da tutta l’Asia, e gli osservatori – ho imparato questa parola pronunciata da un amico americano che disse: “Non sono un delegato, sono un osservatore”. Di primo impatto con lui, vi assicuro, pensavo venisse dalla Persia, ma ecco davanti a me un americano e gli dico: “Sono terrorizzato da te, e vorrei che mi lasciassi stare”. Potete immaginare un americano che mi lasci stare? Non lui e, quindi, ho dovuto parlargli. Quello che volevo dirvi è che il mio idioma per me madrelingua, non lo potete capire, e non voglio insultarvi insistendo su di esso. Il linguaggio nazionale, Hindustani, ci metterà tanto tempo prima di rivaleggiare con un linguaggio internazionale. Se ci deve essere rivalità, c’è rivalità tra francese e inglese. Per il commercio internazionale, indubbiamente l’inglese occupa il primo posto. Per discorsi e corrispondenza diplomatici, sentivo dire quando studiavo da ragazzo che il francese era la lingua della diplomazia e se volevi andare da una parte all’altra dell’Europa dovevi provare ad imparare un po’ di francese, e quindi ho provato ad imparare qualche parola di francese per riuscire a farmi capire. Comunque, se ci deve essere rivalità, la rivalità potrebbe nascere tra francese e inglese. Quindi, avendo imparato l’inglese, è naturale che faccia ricorso a questa parlata internazionale per rivolgermi a voi. Mi chiedevo di cosa dovessi parlarvi. Volevo raccogliere i miei pensieri, ma lasciate che sia onesto con voi, non ne ho avuto il tempo. Però ieri ho comunque promesso che avrei provato a dirvi qualche parola. Mentre venivo con Badshah Khan, ho chiesto un piccolo pezzo di carta ed una matita. Ho ricevuto una penna invece di una matita. Ho provato a scarabocchiare qualche parola. Vi spiacerà sentirmi dire che quel pezzo di carta non è qui con me. Ma questo non importa, ricordo cosa volevo enunciare, e mi sono detto: “I miei amici non hanno visto la vera India, e non ci stiamo incontrando in una conferenza nel cuore della vera India”. Delhi, Bombay, Madras, Calcutta, Lahore – queste sono tutte grandi città e quindi, hanno subito l’influenza dell’Occidente, sono state fatte, magari eccetto Delhi ma non New Delhi, sono state fatte dagli inglesi. Poi ho pensato ad un breve saggio – credo che dovrei chiamarlo così – che era in francese. Era stato tradotto per me da un amico anglo-francese, e lui era un filosofo, era anche un uomo altruista e diceva che mi aveva dato la sua amicizia senza che io lo conoscessi, perché lui parteggiava per le minoranze ed io rappresentavo, assieme ai miei connazionali, una minoranza senza speranze, e non solo senza speranze ma una minoranza disprezzata. Se gli europei del Sudafrica mi perdonano per quello che dico, eravamo tutti “coolies” [lavoratore non qualificato a basso costo]. Io ero un insignificante avvocato “coolie”. A quei tempi non avevamo dottori “coolie”, non avevamo avvocati “coolie”. Ero il primo nel campo. Ma sempre un “coolie”. Magari sapete cosa si intende con la parola “coolie” ma questo mio amico, si chiamava Krof – sua madre era francese, suo padre inglese – disse: “Voglio tradurre per te una storia francese”. Mi perdonerete, chi di voi sa la storia, se nel ricordarla faccio degli errori qua e là, ma non ci sarà nessun errore nell’avvenimento principale. C’erano tre scienziati e – ovviamente è una storia inventata – tre scienziati uscirono dalla Francia, uscirono dall’Europa alla ricerca della “Verità”. Questa era la prima lezione che mi aveva insegnato quella storia, che se bisogna cercare la verità, non la si trova su suolo europeo. Quindi, indubbiamente neanche in America. Questi tre grandi scienziati andarono in parti diverse dell’Asia. Uno trovò la strada per l’India e diede inizio alla sua ricerca. Raggiunse le cosiddette città di quei tempi. Naturalmente, ciò avvenne prima dell’occupazione inglese, prima anche del periodo Mughal, così è come ha illustrato la storia l’autore francese, ma visitò comunque le città, vide la gente delle cosiddette caste alte, uomini e donne, fino a che non si addentrò in un’umile casa, in un umile villaggio, e quella casa era una casa Bhangi, e trovò la verità che stava cercando, in quella casa Bhangi, nella famiglia Bhangi, uomo, donna, forse 2 o 3 bambini (lo dico come me lo ricordo) e poi lui descrive come la trovò. Tralascio tutto questo. Voglio collegare questa storia a quello che voglio dire a voi, che se volete vedere il meglio dell’India, dovete trovarlo in una casa Bhangi, in un’umile casa Bhangi, o villaggi simili, 700.000 come ci insegnano gli storici inglesi. Un paio di città qua e là, non ospitano neanche qualche crore [unità di misura indiana che equivale a 10 milioni] di persone. Ma i 700.000 villaggi ospitano quasi 40 crore di persone. Ho detto quasi perché potremmo togliere una o due crore che stanno in città, comunque sarebbero 38 crore. E poi mi sono detto, se questi amici sono qui senza trovare la vera India, per cosa saranno venuti? Ho poi pensato che vi pregherò di immaginare quest’India, non dal punto di vista di questo immenso pubblico ma per come potrebbe essere. Vorrei che leggeste una storia come questa storia dei francesi o altre ancora. Magari, qualcuno di voi vada a vedere qualche villaggio dell’India e allora troverà la vera India. Oggi farò anche questa ammissione: non ne sarete affascinati alla vista. Dovrete raschiare sotto i mucchi di letame che sono oggi i nostri villaggi. Non voglio dire che siano mai stati dei paradisi. Ma oggi sono veramente dei mucchi di letame; non erano così prima, di questo sono abbastanza certo. Non l’ho appreso dalla storia ma da quello che ho visto io stesso dell’India, fisicamente con i miei occhi; e io ho viaggiato da una parte all’altra dell’India, ho visto i villaggi, i miserabili esemplari dell’umanità, gli occhi senza vita, eppure sono l’India, e ciononostante in quelle umili case, nel mezzo dei mucchi di letame troviamo gli umili Bhangis, dove troverete un concentrato di saggezza. Come? Questa è una grande domanda. Bene, allora voglio illustrarvi un altro scenario. Di nuovo, ho imparato dai libri, libri scritti da storici inglesi, tradotti per me. Tutta questa ricca conoscenza, mi spiace dire, arriva qui da noi in India attraverso i libri inglesi, attraverso gli storici inglesi, non che non ci siano storici indiani ma neanche loro scrivono nella loro madrelingua, o nella loro lingua nazionale, Hindustani, o se preferite chiamarli due idiomi, Hindi e Urdu, due forme della stessa lingua. No, ci riferiscono quello che hanno studiato sui libri inglesi, magari gli originali, ma attraverso gli inglesi in inglese, questa è la conquista culturale dell’India, che l’India ha subito. Ma ci dicono che la saggezza è arrivata dall’Occidente verso l’Oriente. E chi erano questi saggi? Zoroastro. Lui apparteneva all’Oriente. Fu seguito dal Buddha. Lui apparteneva all’Oriente, apparteneva all’India. Chi ha seguito il Buddha? Gesù, di nuovo dall’Asia. Prima di Gesù ci fu Musa, Mosè, che apparteneva anche lui alla Palestina, ma verificavo con Badshah Khan e Yunus Saheb ed entrambi sostenevano che Mosè appartenesse alla Palestina, sebbene fosse nato in Egitto. Poi venne Gesù, poi Mohammad. Tutti loro li tralascio. Tralascio Krishna, tralascio Mahavir, tralascio le altre luci, non le chiamerò luci minori, ma sconosciute in Occidente, sconosciute al mondo letterario. In ogni modo, non conosco una singola persona che possa uguagliare questi uomini d’Asia. E poi cosa accadde? Il Cristianesimo, arrivando in Occidente, si è trasfigurato. Mi spiace dire questo, ma questa è la mia lettura. Non dirò altro al riguardo. Vi racconto questa storia per incoraggiarvi e per farvi capire, se il mio povero discorso può farvi capire, che lo splendore che vedete e tutto quello che vi mostrano le città indiane non è la vera India. Certamente, il massacro che avviene sotto i vostri occhi, mi dispiace, vergognoso come dicevo ieri, dovete seppellirlo qui. Il ricordo di questo massacro non deve oltrepassare i confini dell’India, ma quello che voglio voi capiate, se potete, è che il messaggio dell’Oriente, dell’Asia, non deve essere appreso attraverso la lente occidentale, o imitando gli orpelli, la polvere da sparo, la bomba atomica dell’Occidente. Se volete dare di nuovo un messaggio all’Occidente, deve essere un messaggio di “Amore”, un messaggio di “Verità”. Ci deve essere una conquista (applausi) per favore, per favore, per favore. Questo interferisce con il mio discorso, e interferisce anche con la vostra comprensione. Voglio catturare i vostri cuori, e non voglio ricevere i vostri applausi. Fate battere i vostri cuori all’unisono con le mie parole, e io credo che il mio lavoro sarà compiuto.Voglio lasciarvi con il pensiero che l’Asia debba conquistare l’Occidente. Poi, la domanda che mi ha fatto un mio amico ieri: “Se credevo in un mondo unico?”. Certo, credo in un mondo unico. Come posso fare diversamente, quando divento erede di un messaggio di amore che questi grandi, inconquistabili maestri ci hanno lasciato? Potete esprimere questo messaggio di nuovo ora, in questa era di democrazia, nell’era del risveglio dei più poveri dei poveri, potete esprimere questo messaggio con maggiore enfasi. Poi completerete la conquista di tutto l’Occidente, non attraverso la vendetta perché siete stati sfruttati, e nello sfruttamento voglio ovviamente includere l’Africa, e spero che quando vi reincontrerete in India la prossima volta ci sarete tutti: spero che voi, nazioni sfruttate della terra, vi incontrerete, se a quell’epoca ci saranno ancora nazioni sfruttate. Ho forte fiducia che se unite i vostri cuori, non solo le vostre menti, e capite il segreto dei messaggi che i saggi uomini d’Oriente ci hanno lasciato, e che se veramente diventiamo, meritiamo e siamo degni di questo grande messaggio, allora capirete facilmente che la conquista dell’Occidente sarà stata completata e che questa conquista sarà amata anche dall’Occidente stesso. L’Occidente di oggi desidera la saggezza. L’Occidente di oggi è disperato per la proliferazione della bomba atomica, perché significa una completa distruzione, non solo dell’Occidente, ma la distruzione del mondo, come se la profezia della Bibbia si avverasse e ci fosse un vero e proprio diluvio universale. Voglia il cielo che non ci sia quel diluvio, e non a causa degli errori degli umani contro se stessi. Sta a voi consegnare il messaggio al mondo, non solo all’Asia, e liberare il mondo dalla malvagità, da quel peccato. Questa è la preziosa eredità che i vostri maestri, i miei maestri, ci hanno lasciato. "

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Recentemente ho trovato sul web, in un'altra piattaforma, un blog di un Italiano che si era trasferito, con tanto di cane pastore al seguito, in una citta' in India per lavoro. Fin dalla pagina di presentazione si capisce che l'esperienza non gli e' piaciuta, ma non solo x il luogo che definisce a + riprese sporco, polveroso, caldo, deprimente. Soprattutto verso gli indiani che indica come arroganti; che dall'alto della loro mente matematica nn cercano nemmeno di conoscerti e ti evitano oppure, in quanto "diverso", t'invidiano e cercano di spiarti e controllare come ti muovi x poterti snobbare e, alla prima occasione, parlar male di te; che dal punto di vista commerciale/economico tentano in ogni modo di fregarti facendoti pagare di + rispetto ad un loro connazionale; in sostanza che si sono posti verso di lui, in quanto straniero, in maniera tale da isolarlo, far si' che l'unica sua possibilita' di "svago" potesse essere solo l'andare in un centro commerciale a far la spesa e un giro di vetrine; insomma questi indiani cattivoni gli hanno impedito d'integrarsi!!!
Bhe' ragazzo mio benvenuto nel Club degli Immigrati.
Nn voglio sindacare nello specifico le tue esperienze xsonali x questione di tempo e spazio, ma commento dicendoti che nn accetto critiche di questo genere da un occidentale "evoluto" e men che meno da un Italiano che dovrebbe essere avezzo alle problematiche dell'immigrazione (che sia questa alla ricerca di un + lauto compenso o anche solo x un tozzo di pane) foss'anche esclusivamente x la quantita' di informazioni che i media nazionali ci han buttato addosso negli ultimi 15/20anni. O, quantomeno, x le esperienze dirette o indirette dei ns. connazionali migranti d'inizio secolo scorso.
A meno che tu, amico mio, anche in Italia, nn abbia vissuto con i paraocchi. Nn ti e' mai capitato chesso', passando x Brescia, di fermarti a chiedere un'informazione a un corriere della Bartolini (Senegalese) e, Parlandoci, scoprire che era laureato in medicina, ma che le grandi menti mediche italiane nn gli hanno parificato il titolo di studio?; oppure, andando a mangiare in un Kebab di Biella e, Parlando, scoprire che il cuoco (Egiziano) in realta' era un architetto laureato al quale, dopo 2 anni di tirocinio aggratis, nn confermandogli il posto aveva fatto dell'attivita' di cuoco, che precedentemente era solo part-time, il suo sostentamento?; oppure, andando oltre alle belle curve di una hostess (Ucraina) in un locale notturno di Torino e, Parlandoci, scoprire che si era laureata al Politecnico in Ingegneria nucleare, ma nn aveva ancora trovato nulla di meglio da fare?.
Come? Cosa dici? Ah, l'eccezione conferma la regola? Bhe', amico mio, di esempi come questi te ne potrei citare a centinaia e, ti garantisco, che questa E' la regola dell'immigrato di qualunque Nazionalita' ed in qualunque Paese del mondo.
Ma tanto ora 6 tornato in Italia, dove nn ci sara' nessun invidioso pronto a sparlare di te. Starai nella tua citta' linda e pulita a bordo della tua BMW senza polvere, alla ricerca di qualcuno con cui Parlare.......senza i paraocchi, spero!!!