Allora, incominciare e' sicuramente la parte + difficile, vediamo di dare un senso ai miei ricordi. Xdonatemi se nn avro' un ordine cronologico preciso, ma sapete com'e'...l'eta' incalza...;)))
Dunque innanzitutto i motivi che mi portarono x la prima volta in India sono stati 3: mia madre, che si era trasferita a Pondicherry da 2 anni; una ragazza e un mese di vacanza a disposizione; il fatto che nn ero mai stato nel Sud-Est asiatico prima di allora.
Durante il viaggio, che fu lungo e noioso, cercavo diimmaginare cio' che avrei trovato; mi ero documentato prima della partenza leggendo libri, riviste turistiche, guardando documentari e perfino qualche film, ascoltando musica e parlandone con amici che c'erano stati e non. Mi e' capitato di ammettere a me stesso, anni dopo, che se avessi dato retta anche solo a una piccola parte di cio' che avevo letto o sentito, probabilmente nn sarei neanche mai partito. Ma, x fortuna, anziche' continuare a pensare a cio' che avrei fatto o trovato durante quel viaggio, decisi di seguire il consiglio di mia madre (la mamma e' sempre la mamma!): "L'India e' diversa e a volte difficile, se vieni prevenuto nn otterrai niente di buono". Cosi', poco prima di scendere dall'aereo decisi di formattarmi il cervello, di eliminare tutti i possibili preconcetti e di prendere cio' che la vacanza mi avrebbe dato. Uscito dall'aereo l'impatto fu decisivo. Aveva ragione Moravia nel dire che l'India nn la si puo' descrivere, ma bisogna viverla! L'aeroporto di Madras (allora si chiamava ancora cosi'), nn era come oggi moderno e all'avanguardia. Si atterrava lontano dal terminal e si camminava dietro alla hostess fino all'ufficio immigrazione che era all'esterno della struttura dell'aeroporto. La lentezza degli operatori, il caldo umido e intenso erano esasperanti, ma l'odore....ah quel miscuglio di umido, incenso al sandalo, fiori di gelsomino, merda e sudore era ipnotico, ed e' li' il segreto dell'India. Proprio in quello che nn si puo' descrivere o fotografare come gli odori, in cio' che puo' apparire anacronistico come il businnes man intento a ticchettare sul palmare e con la tikka della puja sulla fronte, nell'intensita' e varieta' dei colori, nella libera circolazione di bovini vari a fianco delle mercedes, nella criminale noncuranza fatalista con cui un ciclista attraversa un boulevard super trafficato senza guardare.... arrivando illeso dall'altra parte. Bhe tutto questo e molto altro mi han fatto innamorare all'istante di questo paese...... (continua)
Dunque innanzitutto i motivi che mi portarono x la prima volta in India sono stati 3: mia madre, che si era trasferita a Pondicherry da 2 anni; una ragazza e un mese di vacanza a disposizione; il fatto che nn ero mai stato nel Sud-Est asiatico prima di allora.
Durante il viaggio, che fu lungo e noioso, cercavo diimmaginare cio' che avrei trovato; mi ero documentato prima della partenza leggendo libri, riviste turistiche, guardando documentari e perfino qualche film, ascoltando musica e parlandone con amici che c'erano stati e non. Mi e' capitato di ammettere a me stesso, anni dopo, che se avessi dato retta anche solo a una piccola parte di cio' che avevo letto o sentito, probabilmente nn sarei neanche mai partito. Ma, x fortuna, anziche' continuare a pensare a cio' che avrei fatto o trovato durante quel viaggio, decisi di seguire il consiglio di mia madre (la mamma e' sempre la mamma!): "L'India e' diversa e a volte difficile, se vieni prevenuto nn otterrai niente di buono". Cosi', poco prima di scendere dall'aereo decisi di formattarmi il cervello, di eliminare tutti i possibili preconcetti e di prendere cio' che la vacanza mi avrebbe dato. Uscito dall'aereo l'impatto fu decisivo. Aveva ragione Moravia nel dire che l'India nn la si puo' descrivere, ma bisogna viverla! L'aeroporto di Madras (allora si chiamava ancora cosi'), nn era come oggi moderno e all'avanguardia. Si atterrava lontano dal terminal e si camminava dietro alla hostess fino all'ufficio immigrazione che era all'esterno della struttura dell'aeroporto. La lentezza degli operatori, il caldo umido e intenso erano esasperanti, ma l'odore....ah quel miscuglio di umido, incenso al sandalo, fiori di gelsomino, merda e sudore era ipnotico, ed e' li' il segreto dell'India. Proprio in quello che nn si puo' descrivere o fotografare come gli odori, in cio' che puo' apparire anacronistico come il businnes man intento a ticchettare sul palmare e con la tikka della puja sulla fronte, nell'intensita' e varieta' dei colori, nella libera circolazione di bovini vari a fianco delle mercedes, nella criminale noncuranza fatalista con cui un ciclista attraversa un boulevard super trafficato senza guardare.... arrivando illeso dall'altra parte. Bhe tutto questo e molto altro mi han fatto innamorare all'istante di questo paese...... (continua)
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