... Una volta terminate le pratiche d'immigrazione, attraversiamo l'aeroporto ed usciamo su un mondo nuovo. L'area antistante l'aeroporto e' affollatissima, persone che partono altre che arrivano, ma soprattutto gli accompagnatori degli uni e degli altri (che sono la maggioranza!). Come avro' modo di scoprire poi col tempo x gli Indiani viaggiare e' qualcosa di + del semplice "spostarsi" da un posto all'altro. Indipendentemente dal motivo del viaggio e dal mezzo usato, questo e' vissuto come un'emozionante avventura accresciuta in maniera direttamente proporzionale alla distanza da compiere. Ad aspettarci c'e', oltre a mia madre, un autista e una strana macchina. Una AMBASSADOR da 1500 cc Diesel, di colore bianco che, all'epoca, era l'auto + diffusa in India. L'esterno del veicolo e' rassicurante: solido, immacolato. L'interno, dopo aver caricato i bagagli e aperto la portiera, ci "gela"......il sedile posteriore unico a mo' di divano spazioso, e' in velluto!!! Con almeno 30 gradi centigradi la cosa nn prospetta nulla di buono con ancora 160 Km da xcorrere prima di arrivare a destinazione. Per fortuna l'aria condizionata, accesa a temperatura glaciale, nn ci ha fatto sudare quanto temevamo. Dall'uscita del parcheggio dell'aereoporto ci immettiamo sulla via principale che, a Sud di Madras, porta fuori dalla citta', 30 Km. circa, ma + di un'ora x xcorrerli. Il traffico che incontriamo (nulla al confronto con oggi!) e' allucinante, confuso e chiassoso. Sembra che nn ci siano regole, nello svoltare, attraversare un incrocio (di semafori, manco a parlarne), superare. Il peggio sono i motorickshaw che viaggiano a velocita' impressionanti x un APE e che dell'insetto di cui portano il nome hanno, oltre che i colori, anche le movenze. La quantita' di mezzi e' la cosa veramente impressionante: auto, moto, biciclette, rickshaw a pedali e a motore, camion enormi e coloratissimi, autobus sbilenchi, e carretti trainati da buoi, che si muovono come formiche senza toccarsi, strombazzando clackson e trombe che potrebbero competere con quelli dei treni. Come primo impatto nn c'e' male. Ma il bello deve ancora arrivare...
(Continua)
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